Evidenze Scientifiche

Effetti benefici sull'organismo
 

Alcuni esempi di validazione sperimentale
della vibrazione miofasciale indotta dalla pratica di esercizi bioenergetici

Correlati elettroencefalografici della vibrazione miofasciale neurogena

Cassiani Ingoni R, Rotonda M (Studio pilota)

E’ stata condotta una rilevazione elettroencefalografica a 32 canali in soggetti sani. I risultati evidenziavano che, durante la fase attiva di tremore evocato da esercizi posturali, si verificavano aumenti altamente significativi delle onde cerebrali alpha (8-12Hz), quelle onde caratteristiche dello stato di meditazione profonda e del senso di benessere in generale. Si registravano inoltre incrementi del ritmo SMR (12-15Hz) il quale facilita il rilassamento fisico. Queste modificazioni dei ritmi cerebrali perduravano nel periodo posteriore alla fase di vibrazione miofasciale attiva. La figura mostra un esempio dell’analisi statistica dell’EEG durante la fase di vibrazione rispetto alla baseline: gli asterischi indicano le aree in cui si misura un aumento significativo del ritmo alpha.

Effetti dei tremori auto-indotti sulla qualità di vita di operatori sanitari.

Berceli D, Salmon M, Bonifas R, Ndefo N

L’attivazione di tremori auto-indotti (self-induced therapeutic tremors) può ridurre lo stress in eccesso e migliorare la qualità della vita (Quality-of-Life, QoL). A seguito di 10 settimane di istruzione e pratica sono stati misurati cambiamenti in tutti i cinque domini del questionario QoL, che sono aumentati in maniera statisticamente significativa a dimostrazione di un effetto positivo.

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Valutazione dell’effetto del tremore lieve sulla riduzione dello stato di ansia

Berceli D

Dopo due settimane di interventi, lo STAI X-1 (State Trait Anxiety Inventory) ha dimostrato una riduzione significativa dei valori relativi alla percezione di ‘ansia-presente’ e un aumento significativo dei valori di ‘ansia-assente’ (p<0.5). Questi risultati sottolineano il valore terapeutico dei tremori.

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Stress vs. resilienza: capacità di sopravvivenza dopo la risposta di “freeze”

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Nel 1974, Ginsberg condusse degli esperimenti sui pulcini. Immobilizzandoli brevemente, induceva nell’animale uno stato di shock o ‘freeze’. Successivamente permetteva ad alcuni pulcini di recuperare spontaneamente, mentre in altri interrompeva bruscamente lo stato di shock. Un terzo gruppo di pulcini non immobilizzati serviva come controllo. Testava poi la loro resistenza fisica nel nuoto.

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