L’importanza di una autoterapia assistita

Nonostante il metodo TRE sia stato inizialmente concepito come tecnica di autoterapia applicabile individualmente e in gruppo specialmente su larga scala, l’esperienza negli anni ha rimarcato l’importanza dell’accompagnamento nella pratica di questo metodo da parte di operatori attenti e competenti.

Capita frequentemente che nelle primissime esperienze di tremore neurogeno le persone vivano un’esperienza “veloce” come se, attraversati inaspettatamente dal tremore involontario, siano proiettate troppo in fretta in quegli spazi fisici e mentali che già conoscono come loro “zone di difficoltà”. Questo tipo di esperienza può provocare sensazioni di aumentata rigidità fisica o di resistenza mentale al metodo, o anche manifestarsi con movimenti corporei troppo caotici e coinvolgenti; il corpo può non riuscire quindi ad integrare tale reazione in modo efficace.

Altre volte la persona si troverà a sperimentare uno stato di frustrazione. Ciò può verificarsi, ad esempio, quando l’eccessivo controllo mentale impedisce la percezione del movimento muscolare più sottile o profondo. Oppure, invece, dopo alcune sedute positive, il tremore evocato sembrerà ripetersi in uno schema fisso, apparentemente inesauribile, coinvolgendo solo una parte del corpo e magari sempre nella medesima maniera, come se la vibrazione incontrasse degli ostacoli insormontabili che ne arrestano il fluire imprigionando il movimento corporeo in un circolo vizioso.

Le prime esperienze di tremore indotto appaiono meccaniche

È frequente che ad un osservatore esperto le prime esperienze di tremore indotte con il TRE appaiano meccaniche, “muscolari”: la persona è alle prese con una nuova espressione motoria, un pó riesce a lasciarsi andare e un pó sente la necessita di mantenersi saldamente in controllo. Il soggetto è come se fosse “combattuto”: è così concentrato e desideroso di “eseguire il giusto modo di tremare” che invece di lasciarsi andare trattiene involontariamente tutto il corpo in una postura rigida, che faticosamente vibra per effetto di quello sforzo. Insomma, apparentemente tremare è semplice e naturale, ma nella pratica lo è meno, essendo la nostra espressione corporea primitiva già di per sé condizionata dall’educazione ricevuta e dagli eventi più o meno traumatici e stressanti che si sono vissuti.

Quando pratichiamo il metodo TRE è come se instaurassimo un dialogo con il nostro sistema nervoso autonomo, ovvero con quella parte di noi di cui per definizione non abbiamo il controllo, e che lavora costantemente per la nostra sopravvivenza, avendo appreso a mettere in atto determinate strategie di difesa in risposta ai pericoli reali o percepiti. Quindi se da un lato ci sentiamo guidati dal bisogno fisico di liberarci dalle tensioni che ci infastidiscono, al contempo soffriamo anche il timore, da una parte di esplorare l’ignoto, dall’altra di vivere veramente questa esperienza liberatoria, perché sono le tensioni stesse a inebriarci con la loro illusoria sensazione di pace e di protezione. Perdere il controllo, anche se solo per un breve istante, equivale a farci sentire privati di un supporto e di conseguenza a disagio.

Specialmente nella fase iniziale di apprendimento e pratica del TRE abbiamo quindi bisogno di uno sguardo amico e competente che ci sappia guidare e accompagnare in questa forma di autoterapia. Sarà compito di un operatore qualificato quello di aiutare la persona a dosare le sollecitazioni che la vibrazione somatica impone al loro sistema nervoso, e facendo in modo di contenere il livello di stimolazione entro ambiti appropriati. Sensazioni ed emozioni eccessive non sono sempre utili al fine di rimodulare efficacemente le nostre risposte automatiche; solo riconducendo costantemente la persona ad una esperienza più focalizzata e profonda, assistendola nell’attivare un movimento spontaneo autentico, focalizzandone l’interocezione e calibrando i tempi con opportune pause di integrazione, l’operatore farà sì che la persona si senta accompagnata e al sicuro nell’esperienza di lasciarsi andare al tremore. Solo allora il suo sistema nervoso potrà veramente scaricare le energie in eccesso e rimodulare il proprio sistema di difesa per ripristinare in maniera duratura una condizione di rilassamento fisico e mentale.

Gli operatori TRE consigliano pertanto ai loro clienti di compiere sempre un ciclo di sedute individuali o in gruppo, prima di cimentarsi nella pratica individuale. Queste sessioni avranno lo scopo principale di assistere il cliente nella fase iniziale e poi di consigliare la strategia migliore da adottare nella pratica personale. Le accortezze più comuni riguarderanno il come modificare la sequenza degli esercizi che compongono il metodo, la frequenza di applicazione, la durata di ciascuna sessione di pratica o l’utilità di implementare altri esercizi alternativi non inclusi nel metodo base. Questa è la ragione per cui consigliamo di partecipare ad almeno un weekend intensivo (Modulo 1) anche a coloro che non sono interessati a intraprendere il percorso formativo degli operatori certificati. L’iniziale pratica intensiva, quando supportata da un osservatore esperto, permetterà all’individuo di gettare le fondamenta di una auto-guarigione efficace.

 


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