Tremore neurogeno post-traumatico e resilienza

“Nel 1974, Ginsberg condusse degli esperimenti sui pulcini. Immobilizzandoli brevemente, induceva nell’animale uno stato di shock o ‘freeze‘. Successivamente permetteva ad alcuni pulcini di recuperare spontaneamente, mentre in altri interrompeva bruscamente lo stato di shock. Un terzo gruppo di pulcini non immobilizzati serviva come controllo. Testava poi la loro resistenza fisica nel nuoto.

Il gruppo di animali a cui non era stato permesso di recuperare naturalmente era quello che se la cavò peggio, dopo di loro il gruppo di controllo, mentre gli animali che avevano recuperato spontaneamente (attraverso i fremiti corporei) erano i più veloci e i più resistenti. Questo esperimento illustra come l’esperienza del trauma ed il recupero naturale da esso apporti dei vantaggi in termini di resilienza e di sopravvivenza.” Scaer R.C. (2001)

Alcuni neurologi propongono il termine tremore neurogeno riferendosi alla risposta di fremito fisiologico che aiuterebbe l’organismo a metabolizzare l’eccitazione ormonale conseguente allo shock. E’ un termine non convenzionale e forse riduttivo perchè da un punto di vista neuropsicobiologico questa manifestazione è di una complessità notevole e quindi difficile da studiare o da definire.

Riferimenti bibliografici:
– Scaer R.C., (2001) The Neurophysiology of Dissociation and Chronic Disease. Published in: Applied Psychophysiology and Biofeedback, (2001), 26(1), 73-91
– Ginsberg, H. (1974). Controlled vs noncontrolled termination of the immobility response in domestic fowl (Gallus gallus): parallels with the learned helplessness phenomenon, as quoted in Seligman, M. (1992), New York: W.H. Freeman

 


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