Questo video mostra un perfetto esempio della reazione spontanea di scarica dell’eccitazione nervosa attraverso il tremore neurogeno. “Non ho freddo! ma allora perché sto tremando!? ma è normale?” – ripete nel video la bambina, sovreccitata dall’esperienza della prima battuta di caccia in compagnia del padre. Il padre non sa cosa risponderle e prova inutilmente a distrarla. Lei appare incuriosita dal tremore e perfettamente a suo agio, per niente spaventata – anzi, vuole essere presa sul serio e capire cosa le stia accadendo.

 

“Non ho freddo! Perché sto tremando!?” Questo chiede quasi divertita la bimba al padre… Tutti noi abbiamo provato brividi per il freddo e ci siamo coperti per smettere di tremare, ma il tremore della bimba è il frutto di uno stato di forte eccitazione. Lei se ne rende conto, non capisce perché stia tremando, ma è consapevole che non è il tremore che prova quando sente freddo.

Questo video è molto interessante perché ci permette di “vedere” il tremore anche come una risposta fisiologica ad un evento positivo, come lo può essere l’eccitazione/felicità della bambina che si trova a partecipare per la prima volta con suo padre ad una esperienza molto particolare e “forte”. Il tremore serve alla bambina per scaricare l’eccesso di adrenalina e cortisolo. Il tremore quindi è un canale attraverso il quale il flusso di eccitazione si estingue in modo fisiologico.

Quando non si riesce o non si permette a questo flusso di percorrere il nostro corpo può verificarsi, anche in caso di eccitazione positiva (ad esempio un’estrema felicità), il verificarsi di uno stato di inibizione o comunque di accumulo di tensioni muscolo-scheletriche dovute all’interruzione della scarica fisiologica. La residua eccitazione biochimica non scaricata nel corso di uno o più eventi traumatici di varia natura, origine ed intensità possono col tempo portare ad importanti disturbi fisici e/o psicologici.

Più di noi adulti i bambini sono vicini alla natura innata di fondamentali reazioni fisiologiche da cui dipende la nostra sopravvivenza e salute complessiva. Un bambino sa esprimere tutta la sua angoscia con un pianto disperato o tutta la sua gioia con delle risate disarmanti. Gli adulti, invece, troppo spesso ricorrono al linguaggio al quale delegano il compito di esprimere emozioni forti e tentare così di ripristinare una situazione di omeostasi. Questo per dire che il tremore, definito spesso come una manifestazione innata o primordiale, è troppo volte non assecondato o addirittura evitato, forse per pudore: esprimere a parole la propria rabbia o felicità è probabilmente molto più elegante. I bimbi sani non si fanno di questi problemi.

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